L’intestino è il nostro secondo cervello
Ci sono prove del fatto che sono proprio i batteri intestinali ad aiutare a mantenere il contatto bidirezionale tra le componenti dell’asse cervello-intestino. In altre parole, lo stress modifica la flora batterica, ma è vero anche il contrario, ossia che i batteri dell’intestino possono avere un profondo effetto sull’asse cervello-intestino e possono modulare la motilità, la permeabilità e la sensibilità dei visceri.
Questa comunicazione tra i batteri e l’asse nervoso cervello-intestino avviene attraverso vari meccanismi: lo scambio di messaggi ormonali con le cellule della mucosa intestinale, la comunicazione con le cellule immunitarie, ma anche diretta comunicazione tra batteri e cellule del sistema nervoso enterico.
Invece che raccogliere i neuroni intestinali in una unica struttura come nel caso del cervello, la natura ha preferito distribuirli lungo il tubo intestinale e in stretta vicinanza con le strutture che gli stessi neuroni controllano. Importanti formazioni di questa struttura sono il plesso di Auerbach, localizzato tra gli strati muscolari di esofago, stomaco, piccolo e grosso intestino, e il plesso di Meissner, situato fra strato muscolare e mucosa intestinale.
In modo molto simile a quello del sistema nervoso centrale, i plessi del sistema nervoso enterico sono interconnessi e parlano tra di essi mediante sostanze chimiche e specifici recettori.
Quindi, in sintesi, si può dire che si tratta di una struttura in grado di processare un’enorme quantità di informazioni e, proprio come un computer, calcolare in tempo reale quale sia la migliore risposta possibile. Tuttavia il sistema gastrointestinale è anche controllato dal sistema nervoso centrale tramite il sistema nervoso simpatico e parasimpatico, specie il nervo vago.
E in effetti il sistema nervoso enterico non si limita a governare la digestione coordinando i muscoli lisci presenti nelle pareti di stomaco e intestino, ma ha anche il governo della complessità biochimica del processo. È anche capace di proteggere l’organismo dai contaminanti del cibo, batteri e virus, e sa quando dare il via alla diarrea se c’è un’infezione intestinale, e quando avvertire il cervello perché attivi il vomito.
Straordinaria caratteristica: riuscire a influenzare sua maestà il cervello.
